Vincenzo Sanasi D’Arpe, Presidente del Comitato italiano per il World Food Programme (WFP), con un’intervista rilasciata sul quotidiano “Avvenire”, ha sottolineato le criticità nei Paesi come Yemen, Etiopia e regioni siriane, per il rincaro dei prezzi di grano, energia e trasporti causati dal conflitto in Ucraina.
Il Presidente del Comitato Italiano per il World Food Programme Vincenzo Sanasi D’Arpe, è intervenuto a TGtg sul canale Tv2000, affrontando il problema della guerra in Ucraina, con un focus particolare sugli aspetti legati alla fame e alla sicurezza alimentare.
Guarda l’intervista completa :https://www.tv2000.it/tgtg/video/ucraina-fame-e-alimenti-7-aprile-2022/
Parla l’AD. Le domande dei giovani a fine 2021 hanno toccato quasi 51mila contro le 25mila del 2020 per 6 miliardi in otto mesi. «L’emergenza non è finita»
di Laura Serafini
Il fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa in otto mesi ha avuto un vero e proprio boom. E’ stato potenziato a maggio 2021 con il Sostegni bis, che ha facilitato l’accesso per i giovani under 36 e ampliato la copertura dal 50 all’80% fino ad un massimo di 250mila euro.
Leggi l’articolo completo :https://www.sanasidarpe.it/wp-content/uploads/2022/03/Articolo-Sole24h.pdf
Afghanistan: il faro del Parlamento italiano sulle donne
“Sono vittime silenziose e a noi spetta il compito di non lasciarle sole”. Recita così l’ultimo messaggio, ultimo solo in ordine di tempo, apparso sui social in difesa delle donne afgane. A scriverlo oggi, su Facebook, è la senatrice del M5s Donatella Agostinelli, che ha aderito alla staffetta #donneafganelibere, avviata dall’Osservatorio sui Diritti delle donne in Afghanistan: un organismo istituito dalla Commissione per i Diritti Umani del Senato, all’indomani del ritiro da Kabul delle truppe americane. E sono molte le parlamentari italiane che si sono mobilitate per non far cadere nell’oblio il dramma che coinvolge migliaia di donne, costrette a vivere sotto il regime dei talebani, spesso in condizioni di miseria assoluta, private di ogni libertà, a cominciare da quella del diritto allo studio.
Oltre alla staffetta sui social, in loro aiuto è nato anche un Intergruppo parlamentare, proposto dalla presidente della Commissione Difesa del Senato ed ex ministro Roberta Pinotti. “E ora – incalza la capogruppo del Pd in Commissione per la tutela dei Diritti Umani, Valeria Fedeli, che è anche componente dell’Intergruppo – è giunto il momento di fare il punto. E’ mia intenzione, infatti, chiedere alla vice ministra degli Affari Esteri, Marina Sereni, di avviare una riflessione pubblica sul tema“. Perché, come ha spiegato la senatrice Paola Binetti nel primo tweet della staffetta social, “mantenere alta l’attenzione è nostro dovere“. “Siamo chiamati almeno a dare un sostegno per offrire loro una via d’uscita. Non ci sono altre strade“, twitta Laura Boldrini, presidente del Comitato per la difesa dei Diritti Umani della Camera che ha invitato ad aderire all’iniziativa anche deputati e senatori uomini, rimasti sinora silenti. “E stiamo lavorando – aggiunge Valeria Fedeli – affinché in quest’azione a difesa delle donne afgane vengano coinvolte anche le parlamentari europee“.
Nell’attesa, anche fuori dal Parlamento ci si mobilita per l’Afghanistan, come dimostra l’impegno del Pam Italia. “In linea con il progetto parlamentare a sostegno delle donne afgane, motore trainante delle famiglie – spiega il presidente del Wfp Italia, professor Vincenzo Sanasi d’Arpe – il Wfp Italia, con Banca Intesa, ha lanciato un progetto secondo i principi del World Food Programme che da oltre 60 anni aiuta le categorie più deboli e sofferenti. Il sostegno al progetto – aggiunge – rafforza la comunità che si batte per eliminare fame e discriminazioni di razza e di genere. È importante agire insieme in difesa di un Paese che soffre e rischia di diventare una delle crisi umanitarie più gravi al mondo”
Leggi l’articolo completo : https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/02/09/afghanistan-il-faro-del-parlamento-italiano-sulle-donne_dcf75b55-0972-4ad6-af0c-a1bc0c2029d3.html
Vincenzo Sanasi d’Arpe, ha commentato così sull’impegno costante di Consap S.p.a. al sostegno dei cittadini per reagire agli effetti della grave crisi socioeconomica innescata dalla pandemia, attraverso, in particolare, il Fondo indennizzo risparmiatori e il Fondo mutui prima casa: “la Concessionaria di servizi assicurativi pubblici ha esteso le proprie funzioni anche al comparto economico e finanziario, oltre alla consueta gestione del Fondo vittime della strada e dei Fondi di solidarietà alle vittime della mafia dell’estorsione e dell’usura.
Quanto al Fondo indennizzo risparmiatori, la Commissione ha valutato complessivamente durante lo scorso anno 118 mila pratiche, pari a oltre 745 milioni di euro, di cui la netta maggioranza (733,5 milioni) relativi alla procedura forfettaria e i restanti 11,8 milioni all’iter ordinario.
Sono state, invece, circa 77 mila le domande ammesse al Fondo di garanzia per i mutui per la prima casa, quasi il doppio rispetto alle concessioni del 2020, riconducibile principalmente all’allargamento della misura con il decreto‐legge di maggio 2021 (poi legge). Per giunta, la più recente legge di bilancio ha sia rifinanziato la misura di 242 milioni sia prorogato i termini per la presentazione delle domande d’accesso a tutto il 2022, ossia di sei mesi. Da sottolineare”, continua la nota Consap “che la quota dei richiedenti garanzia per la prima casa under 36 è cresciuta del 10% rispetto al 2020, arrivando così a rappresentare il 67% delle concessioni totali.Questi due fondi sono la dimostrazione della volontà della Consap di rispondere prontamente alle mutevoli esigenze operative e diventare sempre più efficiente ed efficace verso le esigenze della collettività e della pubblica amministrazione.
La Concessionaria assicurativa continuerà, dunque, a mettere a disposizione dello Stato il proprio know‐how e a proporsi come terminale per l’affidamento di incarichi in tutti gli ambiti in cui si ravvisi la necessità di una compartecipazione tra sfera pubblica e privata, strumento indispensabile per la modernizzazione e lo sviluppo italiani”, ha concluso Sanasi d’Arpe.
Articolo pubblicato su: https://www.milanofinanza.it/news/consap-ha-emesso-745-milioni-di-euro-con-il-fondo-indennizzo-risparmiatori-202201141758143482
In un suo recente intervento, Sanasi d’Arpe ha così commentato la funzione della Concessionaria di Servizi Assicurativi a servizio nel rilancio dello sviluppo del Paese: “Consap, Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, società interamente detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nasce nel 1993 a seguito della scissione dell’INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni) in occasione della sua privatizzazione.
Consap ha, quindi, “ereditato”, in origine, le funzioni assicurative pubbliche svolte dall’INA ante privatizzazione, estendendo progressivamente il campo delle proprie funzioni, fino a diventare un player globale.
I suoi interventi si caratterizzano per il rilievo pubblico in ambito sociale, per il perseguire benefici a favore dell’economia nazionale oltre che del singolo individuo e per la loro sussidiarietà rispetto agli strumenti di natura privatistica, laddove questi ultimi non possano assicurare le adeguate tutele.
È il caso della gestione del Fondo di garanzia per le vittime della strada, attivo fin dal 1971, che ristora i danneggiati dalla circolazione di veicoli non assicurati, non identificati od assicurati con Compagnie insolventi, come del Fondo di solidarietà per le vittime dei reati di mafia, dell’estorsione e dell’usura che, nell’indennizzare i soggetti colpiti, contribuisce a garantire la continuità dell’attività imprenditoriale, oltre che a riportare nell’ambito della legalità operatività gli imprenditori vessati e vittime di usura.
Dal 2018 Consap gestisce il FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori), al fine di risarcire i danneggiati dai recenti crack bancari.
Anche le misure di sostegno adottate per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria hanno coinvolto Consap, come nel caso della proroga del termine per accedere al Fondo di garanzia (sui mutui concessi) per l’acquisto della prima casa, da ultimo rifinanziato in ragione di 242 milioni di euro.
Sempre per effetto della crisi economica indotta dalla pandemia, si è registrato un exploit delle istanze rivolte al Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa (sospensione dei mutui), passate da alcune centinaia al mese a 60.000 nel solo mese di maggio 2020.
Per fare fronte alle molteplici esigenze e accettare con auspicabili margini di riuscita la sfida di cambiamenti economico sociali profondi e repentini, Consap ha vieppiù affinato i propri sistemi informatici e sviluppato con successo la dematerializzazione degli atti.
A quest’ultimo riguardo, è significativo e di sicuro riconoscimento che il Ministero dell’Interno abbia recentemente incaricato Consap per la dematerializzazione degli estesissimi archivi cartacei del Fondo per le vittime dei reati di mafia presenti nei locali del Dicastero.
Le complesse e articolate attività di Consap richiedono professionalità ed un’articolazione interna elastica ed idonea a rispondere prontamente alle mutevoli esigenze operative.
In merito, la Società ha di recente rinnovato l’assetto organizzativo al fine di rendere la propria struttura più efficiente ed efficace verso le esigenze della collettività e della Pubblica Amministrazione.
Unico assicuratore pubblico nazionale, Consap si propone quale sicuro “terminale” per l’affidamento di incarichi in tutti gli ambiti in cui si ravvisi la necessità od opportunità della compenetrazione tra la sfera pubblica e quella privata: in primis, l’assicurazione contro i rischi catastrofali, contesto nel quale l’Italia appare in ritardo rispetto ad altre realtà europee.
Consap, pertanto, continuerà ad essere al fianco dello Stato, mettendo a disposizione il proprio know-how al fine di valorizzare e rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, indispensabile per accelerare il processo di sviluppo e modernizzazione del Paese
Articolo pubblicato su: https://www.dimensioneinformazione.com/la-funzione-sociale-di-consap-nel-rilancio-dello-sviluppo-del-paese
“Per prima cosa occorre ricordare che si tratta di quasi 2 milioni di pagine contenute in 2.499 fascicoli e circa 7.800 sotto fascicoli, tutti afferenti a singole procedure di risarcimento presentate al Fondo in un periodo di quindici anni (2000-2015). Attualmente quest’enorme quantità di documenti è ospitata negli uffici di via Cavour del Viminale. La prima fase ha previsto un rigoroso lavoro di riclassificazione e ricollocazione, utile soprattutto a ricollegare ogni richiesta al rispettivo sinistro e creare in questo modo un nuovo e preciso database. Un risultato raggiunto grazie ad una scrupolosa analisi dell’intero patrimonio documentale. Ad oggi è ancora in corso la fase di dematerializzazione vera e propria, di indicizzazione massiva dei fascicoli (siamo al 30% del totale), che già dalla fine di gennaio saranno fruibili online e messi a disposizione dei sistemi informativi del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero del Tesoro“. Così, con Adnkronos/Labitalia, Vincenzo Sanasi d’Arpe, sul progetto di dematerializzazione e digitalizzazione dei documenti dell’archivio documentale del Fondo di solidarietà per le vittime della mafia.
Il progetto è promosso dal prefetto Marcello Cadorna, commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà del ministero dell’Interno, e la realizzazione è stata affidata a Consap – incaricata per legge della gestione del Fondo – in collaborazione di Tim e Csa Documents, individuati come partner tecnologici nell’ambito delle convenzioni Consip disponibili.
“Il progetto – sottolinea ancora – porterà notevoli vantaggi non solo nell’ottica di una valorizzazione del patrimonio informativo, che in questo modo verrà reso immediatamente fruibile in digitale, permettendo l’accesso in remoto eventualmente anche in condizioni di lavoro a distanza, ma darà un grosso contributo all’ottimizzazione dei processi amministrativi di tutte le strutture coinvolte, con benefici quantificabili in una drastica riduzione dei tempi di lavorazione per le attività di ricerca e analisi dei dati e delle istanze, anche per facilitare eventuali indagini; efficientamento delle risorse impiegate in attività d’archivio; ottimizzazione degli spazi fisici; conservazione per periodi più lunghi senza rischio di deterioramento; sicurezza nello scambio di documenti tra diversi soggetti; identificazione degli accessi, immodificabilità e leggibilità dei documenti garantita dal Cloud; e conservazione sostitutiva a norma”, continua.
“Inoltre, questo progetto rappresenta un ulteriore passo sul percorso già intrapreso dal Fondo verso la completa digitalizzazione ed una concreta interoperabilità e condivisione delle informazioni in ottica cloud. Ma soprattutto fornirà ulteriori strumenti necessari a colmare il gap digitale in linea con il Patto globale strategico, impegnandoci a condividere, sostenere e applicare i principi fondamentali individuati dall’Onu con i 17 obiettivi sostenibili“, conclude.
Articolo pubblicato su: https://www.adnkronos.com/mafia-sanasi-darpe-consap-a-gennaio-on-line-primi-fascicoli-archivio-fondo-solidarieta-vittime_3qAOsvPqGuowzUrF55XCbW?refresh_ce
La recente manifestazione d’interesse del fondo KKR sul 100% delle azioni Tim riporta d’attualità il ruolo dello Stato nell’economia e rilancia la questione mai risolta della separazione della rete. L’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) di KKR giunge al termine di una lunga stagione di investimenti del fondo statunitense nel settore delle infrastrutture digitali in Europa e, nell’aprile di quest’anno, anche in Italia con l’ingresso nel capitale di FiberCop.
Il settore d’intervento è d’interesse nazionale. E rappresenta una sfida economica per il fondo di private equity che per Tim è disposto a investire oltre 10 miliardi di euro. Da alcune settimane sono in corso operazioni di posizionamento in merito al futuro del campione nazionale delle telecomunicazioni. Tim, partecipata dallo Stato tramite CDP, detiene gran parte della rete su cui viaggiano quotidianamente comunicazioni personali e dati commerciali. La stessa infrastruttura svolge una funzione strategica nel settore della difesa e sicurezza. Sottoposta a un complesso sistema di gestione e controllo affidato a Telecom Sparkle, che gestisce i 600mila chilometri di cavi in fibra ottica (perlopiù sottomarini), e a Telsy, che vigila sulla loro cifratura e sicurezza, la rete Tim è dunque un bene strategico irrinunciabile che connette il Paese.
L’avance di KKR rende attuale e urgente il progetto della rete unica
Si tratta di un’operazione pendente da tempo e che, allo stato, ipotizza la fusione tra Open Fiber (controllata al 60% da CDP) e FiberCop (oggi partecipata al 58% da TIM, al 37,5% da KKR e al 4,5% da Fastweb) al fine di diffondere su tutto il territorio nazionale la rete veloce. Su questo dossier complesso e delicato il Governo è chiamato a esprimersi e a valutare se esercitare e, nel caso, con quale estensione il cosiddetti golden power. È infatti per salvaguardare gli assetti delle imprese operanti in ambiti ritenuti strategici e di interesse nazionale che recenti interventi legislativi hanno riservato al Governo l’esercizio di nuovi e speciali poteri decisionali e di veto estendendoli ai settori dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Il golden power, istituito con D.L. 15 marzo 2012, n. 21 e recentemente modificato e ampliato dal D.L. 8 aprile 2020, n. 23 (Decreto Liquidità), da ultimo è stato esteso nei termini suindicati dal D.P.C.M. 23 dicembre 2020, n. 180.
Perché occorre l’intervento dello Stato
Ritengo assolutamente auspicabile un intervento di sistema dello Stato nell’economia con il ruolo di scudo per le compagnie strategiche italiane, i c.d. “campioni nazionali”, di rilancio del sistema industriale e a tutela dei livelli occupazionali. È fondamentale chiarire al mercato che lo Stato è vigile sugli asset strategici del Paese, che devono essere salvaguardati da incursioni di investitori stranieri se con obiettivi distanti dal bene nazionale. La rilevanza della rete e della proprietà, è un tema strategico che non può essere lasciato alla sola iniziativa del libero mercato. L’evoluzione dell’infrastruttura di rete è un passaggio fondamentale del processo di digitalizzazione delle PMI e il ruolo dello Stato deve essere quello di garante della creazione di valore anche per le imprese private. Si auspica quindi che l’intervento del Governo proceda nel senso di rafforzare una politica industriale d’interesse nazionale, capace di beneficiare del supporto d’investitori esteri senza rinunciare all’italianità delle eccellenze imprenditoriali strategiche, anche avvalendosi del modello di partnership tra pubblico e privato. Ritengo, inoltre, fondamentale il conseguimento del progetto di creazione della rete unica, passaggio imprescindibile per garantire il controllo nazionale dell’infrastruttura e delle sue funzioni.
Vincenzo Sanasi d’Arpe
Vincenzo Sanasi d’Arpe, avvocato e professore straordinario di Diritto dell’Economia, è tra i massimi esperti italiani in tema di amministrazione straordinaria delle grandi aziende in crisi. Amministratore e consulente di gruppi multinazionali pubblici e privati è stato, come Commissario Straordinario, autore di case-history nel risanamento di grandi aziende industriali in stato di insolvenza. La sua monografia: “L’amministrazione straordinaria dei grandi gruppi in crisi. Lineamenti giuridici” (Jovene, 2005) è uno dei testi di riferimento in materia: una sentenza della Corte Costituzionale ne ha ripreso il percorso argomentativo pronunciandosi sulle azioni revocatorie intentate da Parmalat in amministrazione straordinaria nei confronti di HSBC e di un pool di banche capitanate dal Monte dei Paschi. È stato consigliere, in tema di società a partecipazione statale, del Ministro del bilancio e della programmazione economica nel Governo Goria. Docente di Diritto dell’Economia alla Sapienza di Roma è uno dei più autorevoli sostenitori dell’intervento dello Stato nell’economia. Presidente del Wfp Italia, succeduto nell’incarico all’ex ambasciatore a Washington Gianni Castellaneta, è, dal gennaio 2021, amministratore delegato di Consap.
Articolo pubblicato su: https://mondoeconomico.eu/agora/telecomunicazioni-il-caso-tim-e-il-golden-power
Il Ministro Luciana Lamorgese e il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli hanno sottoscritto oggi, martedì 16 novembre 2021, un nuovo Accordo Quadro tra Ministero dell’Interno e ABI, volto a rafforzare il processo di collaborazione interistituzionale finalizzato al contrasto, la prevenzione e la solidarietà alle vittime dell’usura.
La sottoscrizione dell’accordo, che aggiorna quello già in vigore dal 2007, rappresenta un nuovo atto di intesa tra pubblico e privato e s’inserisce all’interno di un più ampio piano di rafforzamento delle sinergie maturate nel corso degli anni, anche grazie ai Protocolli d’intesa territoriali promossi dai Prefetti.
L’obiettivo dell’accordo è quello di individuare, anche alla luce della crisi economica legata alla pandemia da Covid-19, nuove azioni di prevenzione e contrasto ai crimini d’usura; favorire i percorsi per l’accesso al credito legale e le attività di prevenzione mediante l’educazione all’uso responsabile del denaro; incentivare l’attività di informazione agevolando la denuncia di estorsori e usurai.
Ed è proprio in questo contesto che l’Amministratore Delegato Consap, Vincenzo Sanasi d’Arpe, è intervenuto alla tavola rotonda per ribadire l’importanza delle campagne di comunicazione volte a diffondere l’esistenza di Fondi destinati alle vittime che abbiano collaborato con la giustizia.
«Secondo i dati di Consap – ha illustrato – nel 2020 oltre il 70% dei reati di usura e il 25% di quelli estorsivi hanno riguardato piccoli e medi imprenditori, soprattutto nel settore del commercio. È fondamentale potenziare le campagne informative e l’attività di assistenza alle vittime da parte di istituzioni e associazioni, incentivando le vittime a collaborare con la giustizia anche nella prospettiva di accedere ai Fondi dedicati.»
L’AD ha poi voluto sottolineare che quella del Fondo è un’attività che si configura non solo nella tutela della continuità d’impresa ma anche nel reinserimento delle vittime nel circuito legale, tema cruciale soprattutto alla luce della grave morosità dei beneficiari dei mutui nella restituzione delle rate, che ha attualmente raggiunto l’esorbitante cifra di 90 milioni, l’85% di tutte le somme mutuate.
«Quello della morosità è un grave indicatore delle difficoltà da parte delle vittime nella predisposizione di piani di investimento e nella gestione economica dei benefici concessi. Per questo motivo, Consap continua ad auspicare una modifica normativa che preveda l’introduzione della figura di un tutor per assistere le vittime nelle fasi iniziali di predisposizione dei piani d’investimento e accompagnarle nella gestione economica dei fondi, in un momento di particolare sofferenza psicologica tipica di chi subisce questo tipo di reati. In linea con lo spirito dell’Accordo Quadro – ha proseguito – è necessario orientare gli sforzi per sostenere le situazioni imprenditoriali in sofferenza anche nei confronti di quei soggetti che, soprattutto a causa del mancato accesso al credito legale, rischiano di finire nella spirale usuraria, insegnando a prevenire sovraindebitamento e cattiva gestione del denaro anche attraverso un’attività di educazione finanziaria che vada da seminari specifici a corsi di formazione presso le Camere di Commercio, propedeutici all’apertura dell’attività economica.»
Sanasi d’Arpe ha concluso plaudendo alla circostanza per cui le banche s’impegnino a «non valutare la condizione di “protestato” da parte delle vittime, e favorirne il reinserimento nel sistema creditizio».
Articolo pubblicato su: https://www.consap.it/notizie/2021-11-16-usura-siglato-nuovo-accordo-quadro-tra-ministero-dell-interno-e-abi/
Vincenzo Sanasi d’Arpe “Funzione di Compliance e nuovi modelli di governance dell’impresa bancaria”
In questa recente pubblicazione di Vincenzo Sanasi d’Arpe, accademico di lungo corso nel campo del Diritto dell’Economia e titolare di qualificate esperienze sul campo, che ne fanno uno dei maggiori esperti italiani in tema di gestione della crisi e del risanamento d’impresa, il tema della compliance viene svolto in un’ottica di risposta dinamica del mondo bancario, situandolo nell’ambito della configurazione dei nuovi modelli organizzativi, coerenti con lo sviluppo e con i radicali cambiamenti registrati dai contesti finanziari nazionale ed internazionale.
Il volume, articolato in cinque densi capitoli, prevede inizialmente un’accurata indagine ricostruttiva del sistema delle fonti normative dell’ordinamento italiano alle quali fare riferimento, punto di partenza indispensabile nell’affrontare il complesso tema della compliance. Un’indagine ampia, arricchita anche da importanti comparazioni di carattere internazionale, a conferma della matrice universale di questo tema.
Si passa poi a una valutazione approfondita della funzione compliance nell’attività bancaria, ponendola in relazione alla disciplina dei controlli interni già esistenti; un’analisi che permette di meglio valutarne il suo impatto finale, anche nella prospettiva specifica della mitigazione del rischio legale in genere e, più particolarmente, di quello reputazionale per l’impresa creditizia.
L’illustrazione del perimetro dei compiti su cui funzionalmente insiste la compliance nel modello organizzativo bancario offre all’A. l’opportunità per sottolinearne il ruolo centrale. Sia sul versante interno dell’impresa creditizia, in quanto punto focale di dialogo e di raccordo con le altre funzioni in essa esistenti, in particolare con le altre strutture di controllo nella prospettiva di adeguatezza organizzativa richiesta dal DLg 231/2001; sia su quello esterno, nella sua qualità di interlocutrice prima e privilegiata nei rapporti con i Regulators istituzionali, nazionali e sovranazionali.
Nel capitolo conclusivo di questo libro trova, infine, spazio la valutazione della funzione compliance nella prospettiva di un modello evolutivo della governance bancaria. Il lettore ha così la possibilità di meglio comprendere la crucialità di questa funzione in un momento storico punteggiato da significativi fattori di mutamento dei tratti caratteristici dell’ambito in cui opera l’impresa bancaria: il passaggio dalla Vigilanza strutturale a quella prudenziale, l’irrompere dell’ innovazione tecnologica nel mondo finanziario e l’accresciuta consapevolezza di dover attribuire un’importante dimensione etico – sociale all’attività creditizia.
In definitiva, questa pubblicazione costituisce un traguardo di valide e stimolanti riflessioni sul tema della compliance, oltreché un solido supporto per quanti nella professione bancaria si trovino a fronteggiare le nuove sfide del “fare banca”. Ed è anche una pubblicazione che si propone come un qualificato punto di partenza, utile per il lettore che voglia ulteriormente approfondire per proprio personale piacere conoscitivo questi specifici aspetti dei modelli bancari della nostra epoca contemporanea.
di Filippo Cucuccio
Recensione pubblicata su fchub.it
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